ISLANDA PRIMA PARTE | Viaggio fotografico con Corrado e Luca



L’ISLANDA è una meta che ci ha attratto fin da subito, tante sono le caratterische che possono alimentare la nostra voglia di scoperta e la passione per i
viaggi itineranti. Si può passare da ambienti totalmente disabitati circondati da pietre laviche per poi scorgere, alla fine della strada, uno fra i ghiacciai più
grandi d’Europa. L’idea di poterci svegliare in totale libertà di fronte all’aurora boreale, davanti ad un geyser o nei pressi di una spiaggia vulcanica coronata
da colonne di basalto è un’esperienza che solo in posti così remoti si può vivere.
Chiunque, all’inizio di ogni viaggio, sogna cosa potrà vedere durante l’esperienza; cosa ancora più importante per due fotografi.
Per questo abbiamo deciso di percorrere quasi 3000 km in modo da realizzare particolari immagini che abbiano le caratteristiche necessarie per potersi
qualificare ai più prestigiosi concorsi internazionali. Come vivevano le popolazioni nordiche? Come si spostavano e che cibi mangiavano? Ecco dunque
spiegata la nostra voglia di totale immersione, sia fisica che mentale, nella natura incontaminata e che ancora oggi mostra quanto sia difficile convivere
con fenomeni naturali così particolari.

L’ORGANIZZAZIONE

Strano a dirsi ma l’organizzazione dei nostri viaggi avviene sempre davanti ad una birra fresca e parte da semplici scritte su post-it improvvisati.
Destinazione? Itinerario? Costi? Attrezzatura?


Andiamo con ordine:
dopo aver confrontato le varie compagnie aeree e le proposte degli autonoleggi presenti nelle vicinanze dell’aeroporto abbiamo optato per un van camperizzato ottimale per strade asfaltate ma più proibitivo per l’entroterra. Tra le caratteristiche più importanti che ci hanno spinto al noleggio di questo furgone è la presenza del webasto a bordo con batteria servizi dedicata. Per contenere i costi ma soprattutto per poter essere più autonomi abbiamo deciso di dedicare una parte del budget alla spesa alimentare in modo da poter pranzare e cenare circondati da paesaggi ogni volta diversi.

Bene sapere che l’Islanda, a causa della particolarità di questa terra, non ha una cultura culinaria spiccata e quindi anche la varietà alimentare è molto limitata e a prezzi elevati. Siamo due fotografi, la scelta dell’attrezzatura professionale e personale è decisiva soprattutto in relazione alle norme di carico in stiva dell’aereo.

Siamo riusciti, tuttavia, a portare tutto il necessario: 2 corpi macchina, 5 obiettivi, treppiede, drone ed osmopocket per garantirci la possibilità di riprese in 4k sia aeree che non. Tutta l’attrezzatura professionale, fatta eccezione per il treppiede, è stata trasportata come bagaglio a mano. In stiva uno zaino condiviso è bastato per il vestiario.

Il viaggio è partito dalla stazione dei treni di Verona, direzione Milano Malpensa. Il volo diretto ci ha poi fatti arrivare direttamente a Reykjavik.


GIORNO 1 | L’ITINERARIO

Giorno 1 Eccoci a Keflavik. Sono le 22.30 e siamo giunti in Islanda. L’aeroporto internazionale è veramente piccolo se pensiamo alle mega strutture a cui siamo abituiati ma è comunque emozionante sentire il vento gelido sulla pelle. O meglio, sarebbe ancora più emozionante se fossimo sbarcati entrambi con la giacca a vento invernale. Capiamo fin da subito che i nostri sospetti circa i prezzi elevati sono fondati; prendiamo il bus navetta… quasi 50,00 euro, per raggiungere la capitale.
Dopo 40 minuti giungiamo in un parcheggio a Reykiavik dove ci attende un piccolo van: un Nissan con gomme chiodate. Prassi per il ritiro? Semplicissimo:
“the key’s on the wheel”; “le chiavi sono sulla ruota”.


Dopo aver appurato che in questa splendida quanto strana terra non corriamo il rischio di scippi ci dirigiamo verso il centro.
Il vento è gelido e tagliente ma, una volta trovato posteggio, ci sembra di essere entrati in una strana città. Il venerdì sera la Capitale è un mix fra Bologna ed Amsterdam: pub con bellissima musica dal vivo, tatuatore dentro ad un bar, ragazze in gonna non sembrano sentire il freddo; gruppi di persone non propriamente salutiste che cantano di fronte ai locali.


Non riusciamo a vedere bene l’architettura delle abitazioni e dei palazzi ma tutto è in uno strano ordine. Notiamo subito una cosa: i cestini sono praticamente inesistenti. “Prima serata a letto presto”; ed è così che il letto lo tocchiamo alle 5.30 di mattina dopo esserci diretti verso la LightHouse (faro di fronte all’oceano del Nord) dopo aver assaporato la vita notturna di questa città che cambia totalmente faccia il fine settimana. Abbiamo riprova dei prezzi esagerati; tantopiù per le nostre tasche: birra 12,00 euro di media e sì, in questo caso è bene ricordare che siamo veneti.

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